da sin. Francesco Marino, Monsignor Antonio Lecce e S.E. Vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo Monsignor Filippo Iannone

da sin. Francesco Marino, Monsignor Antonio Lecce e S.E. Vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo Monsignor Filippo Iannone

Di notevole valenza culturale questo concerto in quanto ricade nei festeggiamenti del primo anniversario dall’inizio del Ministero Episcopale presso la Diocesi di Sora di S.E. Monsignor Filippo Iannone. A sottolineare l'importante evento per la comunità sorana è stata la prima esecuzione nazionale del brano "Mater Dei", per soprano ed organo, scritto da Francesco Marino sul testo latino dell’Ave Maria. In programma anche musiche di Charpentier, Refice, Rossini, Caccini, Franck, Verdi, Marino, Purcell, Gounod, Frisina, Puccini.

Di seguito la recensione della composizione "Mater Dei" effettuata dal musicologo Cesare Marinacci:

Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

La realizzazione musicale del testo poetico si ispira alle suggestioni delle antiche scale gregoriane ed al loro sistema di suoni detto ‘modale’. La scrittura analogamente si snoda in un piano stile sillabico che conferisce solennità e meditata devozione; lo schema si può riassumere in una sequenza del tipo A-A1-B-C-D-C. Dopo un tematico preludiare dell’organo (A) il soprano, sulla prima parte del testo poetico, introduce una variazione all’idea principale (A1); appare un nuovo interludio organistico (B) e quindi lo sbocciare della linea vocale e il suo librarsi su toni lontani al fine di rendere la trascendenza delle parole Sancta Maria, mater Dei: un procedimento, questo, definibile come ipotiposi, o genericamente madrigalismo, con il quale fin dal XV secolo i compositori tentavano di rendere percepibile l’immagine o il concetto del testo mediante una serie di figurazioni mimetiche. Mentre il ritmo armonico nella prima invocazione, era determinato ad ogni misura, in questa sezione si definisce una nuovo procedere più denso di armonie cromatiche e cangianti, riaffermate anche dal nuovo intervento dell’organo (D). Il brano volge al termine con l’enunciazione della seconda parte del testo poetico (Sancta Maria, mater Dei) cui segue l’Amen che riconsegna la musica ad una quieta grandezza, sottolineata dal ritorno dell’atmosfera gregoriana, screziata di tinte modali.