esecuzione della "Grande Symphonie Funèbre et Triomphale" di Hector Berlioz

esecuzione della "Grande Symphonie Funèbre et Triomphale" di Hector Berlioz

La prestigiosa Banda dell’Esercito Italiano, diretta da Fulvio Creux, ha eseguito la Grande Symphonie funèbre et triomphale di Hector Berlioz con adattamento all’organico moderno di Désiré Dondeyne. Dedicata al Duca d’Orléans, questo capolavoro fu composto a Parigi tra il giugno ed il luglio 1840, su commissione dell’allora Ministro degli Interni François-Marie-Charles Conte de Rémusat, per la cerimonia dell’inaugurazione della Colonna della Bastiglia, nel cui basamento marmoreo erano collocati i resti e sul cui fusto erano incisi i nomi dei caduti della Rivoluzione del luglio 1830. La prima esecuzione avvenne il 28 luglio 1840 in occasione della translazione delle ceneri delle vittime della Rivoluzione. I tre movimenti furono composti in previsione del programma della celebrazione: la Marche Funèbre fu eseguita durante lo spostamento del corteo di circa 200 musicisti diretti dallo stesso Berlioz che, dalla Chiesa di Saint-Germain-l’Auxerrois, rue de Louvre, attraverso Piazza della Concordia e la Madeleine, doveva giungere alla Piazza della Pastiglia; Oraison Funèbre, che prevede un importante “solo” di trombone; Apothéose, eseguita durante l’inumazione dei corpi e l’inaugurazione della Colonna della Bastiglia. Quest’opera è erede dei grandi affreschi sinfonici e vocali che caratterizzarono la musica scritta per banda, all’epoca definita “orchestre militaire”, durante il periodo della Rivoluzione Francese, destinati a risvegliare e stimolare nel corso delle grandi manifestazioni nazionali, i sentimenti patriottici delle folle, scuotendo la loro immaginazione e sensibilità. Oltre che nell’occasione citata, due giorni prima della cerimonia, con il titolo di Symphonie militare il lavoro fu eseguito alla Sala Vivienne in versione originale per sola banda, in anteprima riservata alla critica e ad un pubblico di musicisti ed amici. L’esecuzione fu ripetuta il successivo 7 e il 14 agosto. Wagner, che era presente ad una di queste esecuzioni, espresse la sua ammirazione con queste parole: “È grande dalla prima all’ultima nota”. Successivamente il lavoro fu eseguito all’Opéra, il 1° novembre, con un organico di 450 musicisti e fu ripreso nel 1842; in quell’anno Berlioz aggiunse delle parti facoltative per archi e, successivamente, aggiunse ancora una parte corale, anch’essa facoltativa. E’ in virtù di quest’ultima versione, frequentemente programmata nelle stagioni di concerti degli enti lirico-sinfonici, che la Sinfonia viene comunemente intesa come una composizione per grande orchestra sinfonica, con molti fiati e con il coro. La Grande symphonie funèbre et triomphale, costituisce invece uno dei massimi monumenti della musica originale per banda, e con essa Berlioz esplora tutte le capacità di espressione ed estensione dei nuovi strumenti a fiato. Il musicista francese può essere annoverato come precursore del Novecento bandistico in quanto, in opposizione alle tendenze coeve, intuì per primo l’importanza del timbro delle singole famiglie degli strumenti a fiato.

Francesco Marino