esecuzione di Misteri di Francesco Marino

esecuzione di Misteri di Francesco Marino

La Filarmonica di Stato “Mihail Jora” di Bacau, diretta da Giuseppe Carannante con Rita Della Ragione al pianoforte, ha eseguito in prima esecuzione nazionale Misteri per pianoforte e orchestra d’archi, composizione scritta nel 2007 dal M° Francesco Marino. L'opera Misteri è stata recensita dal musicologo Cesare Marinacci:

Misteri è una composizione strutturata in forma di dialogo tra orchestra d’archi e pianoforte. Ai quesiti posti dall’orchestra, che può evocare un sentimento più collettivo, tenta di fornire una risposta individuale, o per lo meno una riflessione, il solista che, non a caso, si esprime in un tono emblematicamente contrastante e con accenti di ribelle insoddisfazione. Le successioni armoniche iniziali, caratterizzate da un’incompiutezze accordale e dalla conseguente interlocutoria ambiguità tonale, sono affidate al delicato afflato degli archi che tratteggia un’atmosfera visionaria ed arcana. L’uso sistematico delle pause, in forma di pacata ‘aposiopesi’, che talvolta simmetricamente sospendono le semifrasi, talaltra si spingono in ‘enjambement’, oppure incorniciano semplici incisi e sospiri, indicano una riflessione incanalata in un divenire non prevedibile, eppure inesorabile. A tale meditazione, grave ma in fondo sommessa, risponde il pianoforte con un’entrata decisa, sostenuta da possenti ottave nel registro grave della tastiera e da cristallini accordi sospesi, nell’altro estremo timbrico, che squarciano l‘ovattato velo orchestrale in maniera più perentoria e con una discorsività meno interrotta, condotta più istintivamente, come si può anche simboleggiare nel cambio metrico e temporale: dispari, sincopato e irto di figure irregolari quello del solista contro il dattilico e narrativo 4/4. Dopo il primo scambio dialogico, gli archi propongono nuovamente il materiale tematico iniziale nel registro acuto, amplificandolo come la Unanswered question di Charles Ives, e così sprigionando un climax emotivo che conduce al Più lento, mesto e pensoso, episodio in cui dal pianoforte si leva una melodia, protagonista di un variegato percorso timbrico e tonale. Da questo momento si può notare un accennato, ma vano, compromesso cui giunge il solista: la scrittura tende infatti a condensarsi in sequenze più regolari fino a riproporre anche l’iniziale 4/4 con il suo inciso dattilico. L’equilibrio formale della composizione, fondato sul descritto contrasto parametrico, tematico, timbrico e ritmico, tra solista ed orchestra viene conclamato con l‘ultima frase degli archi che, con dinamica in ff, riaffermano ancora le successioni armoniche iniziali. Le alternanze tra i pieni e i vuoti sonori, fra le sospensioni e le affermazioni, costituiscono la rappresentazione di una certezza: i “misteri” non sono stati svelati”

Cesare Marinacci