Marcel Mok esegue "Plays" di Francesco Marino

Marcel Mok esegue "Plays" di Francesco Marino

Nella foto il 16enne pianista tedesco Marcel Mok, già vincitore di numerosi concorsi pianistici, mentre interpreta in prima esecuzione nazionale il brano "Plays", scritto dal compositore Francesco Marino.

Plays è presentato dal musicologo Cesare Marinacci:

“L’amore di Francesco Marino per le minuterie ritmiche ed un sottile umorismo musicale traspaiono da questa composizione del 2007. La didascalia di ‘tempo rubato’, posta dall’autore sul frontespizio dello spartito, sintetizza il carattere preludiante ed anche irriverente del brano. Il titolo Plays è suggerito dalla cellula-motivo, sincopata in un bizzarro 5/4, che nella sua assillante ripetizione, sembra voler ‘giocare’ mescolando i tasti bianchi e neri del pianoforte. La successione dei tempi, 5/4-6/4-3/4-4/4, conferisce al brano una macrostruttura asimmetrica dall’andamento ‘altalenante’ dove l’incisività ritmica assume un ruolo preminente ma, paradossalmente, non uniformante.Le sezioni successive all’incipit, indicate Espressivo e Più lento propongono un disegno più ordinato, in quartine di crome, già transitato nella prima esposizione, ma ora facente funzioni di elemento cantabile e tonalmente polarizzante. Non solo di un gioco si tratta; appare quasi come un dispettoso e scanzonato ‘Mazzamauriello’ quell’inciso, come di ragtime, che prima apre la composizione, alterandosi armonicamente, e poi va ad intaccare, proprio come il folletto, gli episodi di questo libero rondò minimalista; in almeno due occasioni il pianoforte tenta una sorta di germinazione, da cui far scaturire un episodio più disteso, ma viene beffardamente interrotto nuovamente dalle varie apparizioni della cellula iniziale che pare filare su tutta la tastiera, talvolta incarnandosi in un tema più ampio per poi fuggirne improvvisamente, come annoiato dall’emergere di un respiro sentimentale; il folletto sonoro si nasconde fin nella coda, e al termine di una ironica ricapitolazione termina repentinamente il gioco e si dilegua con una grassa risata”.